Gli animali diversamente dalla specie umana per combattere il freddo non hanno molte alternative, infatti alcuni sono destinati a morte certa se non riescono a proteggersi.
L’uomo si copre, riscalda gli ambienti, gli animali invece devono adottare altre strategie, diversi uccelli ad esempio prima dell’avvicendarsi del clima rigido migrano verso paesi più caldi, altri animali invece vanno in letargo.
Perché gli animali vanno in letargo
Alcune specie per combattere il freddo del lungo inverno, cadono in letargo, vale a dire si addormentano per periodi lunghissimi, generalmente in una tana opportunamente preparata in precedenza.
Nelle stagioni in cui le temperature sono molto rigide per alcuni animali diventa difficile anche procurarsi da mangiare, e a tale scopo devono adattare la loro vita in maniera tale da preservarsi.
Per sopravvivere anche alla scarsità di viveri le loro funzioni vitali si riducono automaticamente durane il tempo del letargo, il loro corpo attinge la necessaria nutrizione dalle riserve.
Prima dell’inverno queste specie animali si preparano mangiando molto di più, per irrobustirsi e per creare accumuli di grasso che il loro corpo userà per conservare più a lungo possibile il calore e per contrastare meglio il freddo. .
Trovano un rifugio sicuro e tranquillo in cui trascorrere il lungo inverno, e si procurano scorte di cibo a sufficienza.
Esistono due tipi di letargo, parziale e totale
Alcune specie, quelle cosiddette a sangue freddo vivono un letargo parziale, per la loro temperatura corporea non riuscirebbero a sopravvivere ad un clima troppo rigido, per troppo tempo.
Si addormentano per periodi più brevi, e si svegliano a vari intervalli di tempo per espletare le funzioni vitali, come l’assunzione di cibo e acqua e l’espulsione di deiezioni.
In questa situazione ovviamente occorre loro avere provviste di di cibo nella tana. Tra questi ritroviamo le salamandre, le bisce, le vipere, le rane ed alcuni mammiferi.
Gli animali a sangue caldo, come orsi, tassi, pipistrelli, marmotte, ricci, criceti, cadono in un sonno più lungo che è il letargo totale. Il ghiro addirittura può dormire fino a 11 mesi, se le circostanze sono particolarmente avverse per la sua sopravvivenza.
Durante questa fase, gli animali si adattano in modo naturale a questo tipo di vita, il metabolismo si riduce, la pressione sanguigna si può abbassare fino all’ottanta per cento, e il battito cardiaco diventa molto meno frequente, in alcuni casi due battiti al minuto.
Come avviene il letargo
Scientificamente non si è riusciti a dare molte risposte in merito.
In maniera del tutto naturale gli animali provvedono ad affrontare freddo e gelo fermandosi, sembra che la loro vita sia messa in stand by per non morire.
Al loro risveglio neanche si rendono conto di aver dormito tanto e a lungo, la fame li porta ad uscire fuori per procurarsi subito cibo.
Il post letargo in alcune specie coincide con il tempo dell’accoppiamento, ed è così che il ciclo vitale riprende e si continua con la riproduzione.