“La telepatia, diversamente da quella verbale, è una forma di comunicazione universale. Riguarda infatti, tutti gli esseri viventi, compresi quelli che non hanno bisogno di rinunciare intenzionalmente alla parola, perché la parola proprio non ce l’hanno”.
Tale ragionamento deriva direttamente dalle parole di un gatto. O meglio, da quello che Alberto Asor Rosa suppone sia il pensiero del gatto narrante del libro “Storie di animali e altri esseri viventi”.
Questa premessa ci è sembrata utile per introdurre l’argomento di questo articolo: la comunicazione del gatto. Ovvero, cosa vuole trasmetterci con lo sguardo, le movenze, gli atteggiamenti, i suoni e talvolta anche l’indifferenza.
Ecco tutto quello che dovete sapere per una efficace comunicazione con il gatto che vive in casa vostra e si è impossessato di spazi e cose (vostri naturalmente). Dopo questa semplice, ma utile guida alla comunicazione del gatto forse saprete farvi ascoltare…
La comunicazione del gatto ovvero la comunicazione sociale
La comunicazione sociale avviene quando si stabilisce una relazione tra due individui o animali che siano. Non servono dunque le parole per comunicare, ma un linguaggio fatto di sguardi, movenze, atteggiamenti che esprimono anche più di quello che il vocabolario potrebbe fare. Bene, è così anche per gli animali: se per esempio il gatto ha le orecchie sollevate a punta in direzione dei due lati opposti, la coda gonfia, il pelo ritto, la schiena arcuata e la bocca aperta che mostra la dentatura, fate finta di niente e allontanatevi proprio come farebbe un altro gatto in una situazione simile!
Le fusa. Un’altra forma di comunicazione del gatto
Le fusa sono un sintomo di felicità del gatto, il gatto le usa per esprimere contentezza e rilassatezza. Ma attraverso le fusa, il gatto può anche trasmettere una richiesta d’aiuto, sta a voi umani saperla interpretare e riconoscere.
Il rubbing
Quando il gatto si struscia vuole lasciare il suo odore. Questo fenomeno è detto rubbing. Quando avviene tra due gatti o tra individui di specie diversa è detto allorubbing. Si tratta di un vicendevole scambio di odori e di messaggi.
La comunicazione del gatto attraverso i baffi
Il gatto comunica anche attraverso i baffi. Essi, infatti, assumono posizioni diverse in base alla sua condizione emotiva. Qualche esempio.
Baffi puntati in avanti e aperti a ventaglio: attento, teso, pronto all’azione.
Di lato ma non troppo allargati: calmo e rilassato.
Raggruppati e appiattiti: paura.
Curiosità:
I baffi del gatto si chiamano anche vibrisse e sono conosciuti anche come “peli tattili”. Sono infatti collegati ai muscoli in modo tale che il gatto li possa muovere in base alle sue esigenze e a ciò che desidera comunicare.
È utile sapere che…
Non tagliate mai i baffi al gatto, perché è come alterarne la vista o il tatto. Ma se trovate qualche baffo qua e là per casa non preoccupatevi, sono caduti spontaneamente e verranno sostituiti da baffi nuovi in maniera del tutto naturale.
La comunicazione del gatto attraverso gli occhi
Con lo sguardo il gatto la dice lunga, anzi lunghissima. Il gatto ha gli occhi molto espressivi anche se non ama essere fissato. Se lui vi fissa non fate lo stesso perché è segno di sfida o minaccia. Se lo guardate, socchiudete gli occhi lentamente, lo percepirà come un gesto di affetto e vi risponderà facendovi l’occhiolino!
La comunicazione del gatto attraverso la coda
Se il gatto vi si avvicina con la coda eretta ha intenzioni amichevoli.
Se vi guarda e la sua coda forma un punto interrogativo vi porge il suo saluto, è dunque disponibile ad interagire con voi… per questa volta!
Coda gonfia? State alla larga! Il gatto percepisce un pericolo e si mette sulla difensiva. La paura è manifestata anche con la coda arcuata e la punta verso il basso, se poi è anche gonfia datevele a gambe levate!
Se ha paura o è in una condizione di stress la coda sarà nascosta sotto il suo corpo.
Il gatto è tranquillo se la coda è raccolta vicino al resto del corpo, mentre è particolarmente inquieto se questa si muove a destra e a manca.
La comunicazione del gatto “a parole”
Sono numerosi i suoni emanati dai felini. L’intensità degli stessi varia a seconda di ciò che desiderano trasmettere. Quando per esempio ci “borbotta” un singolo e breve “miao” (meow) vuole amichevolmente chiederci un premio (insomma dammi del cibo!).
Anche le fusa fanno parte dei suoni emessi dal gatto. A queste si aggiunge un vocalizzo simile al cinguettio dell’uccello, si tratta di un richiamo o di un saluto. È usato spesso dalla mamma gatta per richiamare a sé i cuccioli. Se avete un gatto avrete sicuramente notato quello strano suono che emette quando vede una mosca o qualche insetto. Si chiama chatter, spiegarlo è difficile, quindi restate in ascolto!
Curiosità
Il grooming
L’azione del leccarsi del gatto è detta grooming quando ciò avviene vicendevolmente si dice allogrooming. L’overgrooming, invece, è quando il gatto si lecca in maniera eccessiva per cui fate molta attenzione poiché può essere un sintomo di stress (leggi anche qui). Il grooming è un’abitudine del gatto che serve a mantenere la pelle in buona salute poiché, leccandosi, elimina il pelo morto, mantenendo la pelliccia folta e morbida. Così facendo, inoltre, rilascia una sostanza impermeabilizzante che permette anche di tenere sotto controllo i parassiti. A parte la funzione puramente “tecnica”, serve al gatto per rilassarsi, allontana ansie e tensioni. Infine, ma non per importanza, grazie alla saliva che si deposita sul pelo che poi evapora, il gatto elimina il calore corporeo. Ecco perché in estate il grooming aumenta.
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