Anche ai gatti serve il microchip? Di solito siamo abituati a sentir parlare di microchip per il cane, ma è necessario anche per il gatto? Perché e come si fa?
Se per il cane il microchip è un obbligo di legge, lo stesso non vale per il gatto. Tuttavia, far mettere il microchip al proprio gatto può essere un modo per sentirci più sicuri del suo stato di benessere soprattutto quando è abituato a spostarsi e gironzolare fuori casa.
Per il gatto, diversamente dal cane, non vi sono obblighi di legge, salvo quando decidiamo di viaggiare fuori confine e portare con noi il nostro soffice amico dispensatore di fusa. All’estero, infatti, sono necessari il passaporto animale e la vaccinazione antirabbica. Quest’ultima viene effettuata solo dopo aver verificato l’identità del felino tramite microchip. In questo caso, dunque, diventa obbligatorio.
Se però non intendete andare all’estero, ma desiderate controllare il vostro gatto un po’ vagabondo è possibile effettuare questa semplice e indolore operazione rivolgendovi al vostro veterinario di fiducia. Attenzione però, il microchip non è un GPS o identificativo che permette di rintracciarlo ovunque si trovi e dopo che lo avete smarrito.
Curiosità
L’inserimento del microchip – che ha le dimensioni di un granello di riso – avviene tramite inoculazione con una siringa apposita e senza anestesia. Solo il veterinario iscritto all’Anagrafe Nazionale Felina è autorizzato a effettuare questo piccolo intervento. Oltre all’inserimento del microchip, è necessario compilare una scheda con i dati identificativi e distintivi del gatto e del proprietario.
È utile sapere che…
Prima di effettuare l’inoculazione del microchip il vostro gatto dovrà essere a digiuno di cibi liquidi e solidi.
Il costo può variare dai 30 ai 50 € in base al microchip. Tuttavia se siete fortunati, in occasioni particolari questo piccolo intervento può essere gratuito come è accaduto a inizio a aprile nella città di Parma, dove il Comune ha regalato il microchip ad alcuni fortunati felini.
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