Cucciolo di gatto: tutto quello che dovete sapere per accudire al meglio un gattino orfano
Avete trovato un cucciolo di gatto per la strada? È ancora molto piccolo, forse ha qualche giorno o poche settimane, e non sapete cosa fare per farlo crescere forte e sano senza la mamma? La dottoressa Silvia Miretti, medico veterinario, professore dell’Università degli Studi di Torino, risponderà a tutti i vostri dubbi accompagnandovi, ancora una volta, nel meraviglioso mondo felino.
Il nutrimento del cucciolo di gatto
Quando avete a che fare con un cucciolo di gatto orfano la prima cosa a cui dovete pensare è come alimentarlo. È proprio come un neonato, ha bisogno di nutrirsi per crescere forte e sano. Un gattino mangia ogni quattro ore circa, esattamente come un bambino, quindi se avete pensato di accoglierlo in casa vostra dovrete essere pronti a sfamarlo anche di notte. Esiste un latte “commerciale” studiato per le esigenze dei gattini nelle primissime settimane di vita, il latte vaccino o altre tipologie di latte consumate dagli esseri umani non sono adatti (l’argomento in questione verrà approfondito in un successivo articolo con la dottoressa Liviana Prola, veterinario nutrizionista, ricercatrice dell’Università degli Studi di Torino). Anche l’atto del nutrire deve essere attento e delicato: meglio usare un piccolo biberon ed evitare la siringa. Il biberon aiuta a dosare meglio la quantità erogata per agevolare la deglutizione del gattino. È consigliabile appoggiare il biberon lateralmente per poi spostarlo pian piano sulla parte centrale della bocca del cucciolo. Una volta che avrete provveduto al nutrimento del cucciolo, dovrete ricreare il suo ambiente materno attraverso stimoli termici e tattili.
L’ambiente materno: calore e tatto
Nel primo caso è consigliabile ricreare un ambiente caldo con panni e coperte in un luogo riparato e possibilmente caldo, simile a un nido: fino 7-10 giorni, il gattino è sordo, cieco e non è in grado di termoregolarsi autonomamente, per questo dovete sopperire a tali mancanze che, normalmente, sono date dalla vicinanza al corpo materno (che ha una temperatura di circa 37°C). Il calore, inoltre, ha un effetto calmante indispensabile per il cucciolo che non è ancora in grado di vedere e sentire: grazie al calore si sentirà più protetto. Se piange in continuazione prestategli la dovuta attenzione. Sono gesti che, potrebbero sembrare banali, invece sono indispensabili per non incorre in stati di stress che potrebbero diventare cronici. Dovrete essere in grado di sostituire la gatta anche attraverso stimoli tattili, necessari ad aiutare il gattino a produrre feci e urine, specialmente dopo i pasti. Il lambimento del basso ventre da parte della mamma gatta attraverso la lingua serve, appunto, per aiutare il cucciolo a liberarsi. Questo gesto può essere sostituito da un delicato massaggio con un batuffolo di cotone imbibito di acqua tiepida.
Una curiosità sul cucciolo di gatto…
Dopo circa due settimane, il cucciolo di gatto inizia a orientarsi rispetto al suono. L’apertura degli occhi, invece, è relativa: ci sono gattini più precoci e altri meno. Alcuni studi dimostrano che piccoli di madri giovani tendono ad aprire gli occhi prima e che le femmine lo fanno prima dei maschi. Altri studi dimostrano che può anche essere il risultato della genetica paterna.
I denti del cucciolo di gatto
I dentini dalle erompono intorno alle due settimane e continuano fino alla quinta settimana. I denti da latte sono sostituiti con quelli permanenti fino ai tre mesi.
Il movimento del cucciolo di gatto Prima delle due settimane il cucciolo di gatto è incapace di muoversi. Con il passare dei giorni, intorno ai 12/15 giorni, iniziano i primi movimenti: il gattino si tira su. Con la terza settimana inizia una camminata instabile e rudimentale. Le abilità motorie sono molto complesse e si sviluppano nei primi due mesi di vita, per questo dovrete prestare maggiore attenzione al gattino che inizia a esplorare: dovrete preoccuparvi che non si faccia male e creargli un ambiente stimolante da esplorare poco per volta. Ciò significa che quando inizia a muoversi al di fuori della sua cuccia deve poterlo fare prima nella stessa stanza, affinché possa rientrare nella sua cuccia ogni qualvolta lo ritenga necessario. La madre è un punto di riferimento per il gatto, in caso di assenza è bene creare per lui altri punti di riferimento o diventarlo noi stessi in sostituzione della gatta. Quando il gattino torna dalla mamma, lei rilascia dei feromoni (sostanze chimiche volatili) che servono a ridare equilibrio al gattino che, con l’esplorazione, ha dovuto affrontare situazioni nuove che causano stress. Non potendo fare la stessa cosa, dobbiamo cercare in tutti i modi di fargli sentire la nostra presenza e calmare le sue ansie quando lo vediamo in difficoltà o quando farà ritorno nella sua calda cuccia. Quando si sposta ed esplora la prima porzione di ambiente è bene, dunque, essere nella stessa stanza, così come quando decidiamo di allargare l’area da esplorare. La persona deve sopperire alla mancanza materna e diventare il suo punto di riferimento. La madre, per esempio, aiuta il piccolo a scendere dall’albero, l’uomo non è in grado di farlo, ma deve comunque evitargli situazioni difficili che poi il gattino non è in grado di risolvere da solo.
La socializzazione: il rapporto uomo – cucciolo di gatto – altri animali
Il gatto, per natura, non è un animale sociale dobbiamo quindi aiutarlo in tal senso sia con altri animali (cani, gatti, ecc.) presenti in casa sia con gli esseri umani. Il periodo di socializzazione va dalla terza all’ottava settimana: si tratta di un processo che normalmente avviene con la guida della mamma e con gli altri gattini della cucciolata. In assenza del suo ambiente naturale è necessario stimolarlo. Se in casa ci sono già altri gatti adulti o anziani è bene preoccuparsi anche di quest’ultimi: il nuovo arrivato potrebbe essere fonte di stress per gli altri gatti di casa. Lo stesso vale se l’altro animale appartiene a una specie diversa, per esempio un cane, a ciò si aggiunge la diversità di comunicazione e quindi il tipo di approccio. Per quanto riguarda l’uomo, invece, se fin dai primi giorni siamo stati bravi a nutrirlo e coccolarlo, diventeremo la sua “mamma” avrà meno difficoltà a socializzare anche con il resto degli esseri umani. Con noi, naturalmente, instaurerà un rapporto diverso, più socievole e amorevole.
Il gioco
Come l’esplorazione dell’ambiente, il gioco è un altro aspetto fondamentale per la crescita sana del cucciolo. Il gioco inizia sempre durante il periodo di socializzazione (4° settimana) per raggiungere il picco di maggior svolgimento di tale attività tra il 3°-4° mese di vita. Generalmente il gattino gioca (e quindi socializza con i suoi simili) con gli altri gattini della cucciolata e la mamma supervisiona la situazione tenendolo fuori dai pericoli o dalla troppa aggressività ed esuberanza degli altri cuccioli. I cuccioli saltano, corrono, graffiano, mordono, sono tutti atteggiamenti predatori insiti nella loro natura che, in assenza di altri simili o prede vere e proprie, devono sviluppare attraverso giocattoli o altri oggetti utili come il tira graffi per le unghie, piuttosto che oggetti di piccole dimensioni da far saltare e mordicchiare come se fossero prede reali. Anche nel caso dei giochi vale la regola dell’ambiente: si consiglia di procedere per gradi, un gioco alla volta, per lasciare al gattino il tempo di adattarsi e conoscere bene la sua “preda”.
La lettiera
In primis, se vogliamo che la usi deve essere adatta alle dimensioni di un cucciolo. In una lettiera troppo grande non sarà in grado di entrare/salire con l’inevitabile conseguenza di lasciare i suoi ricordini per tutta la casa. Quindi la cassettina dovrà essere bassa, preferibilmente non chiusa e posta in un angolo appartato che non sia di passaggio, affinché il gattino abbia la privacy necessaria.Il tipo di sabbia dovrà essere assorbente, se non volete che faccia la pipì sul vostro bel tappeto della sala, perché in natura i gatti cercano superfici assorbenti dove urinare. Scegliete comunque una sabbia che non abbia odori particolari ed eccessivi che rischiano di disturbare l’olfatto del micino. Se avete già altri gatti adulti in casa non usate la stessa lettiera sia per le difficoltà di accedervi per il gatto più piccolo, sia per gli odori dell’adulto che possono indurre il cucciolo a fare i suoi bisogni altrove.
La ciotola
Anche il cibo (dopo lo svezzamento, ovvero a circa 1 mese di vita) e l’acqua devono essere posizionati in una zona appartata, non in un corridoio o in un luogo di passaggio, perché nel momento in cui i gatti mangiano (o sono nella lettiera) abbassano le loro difese e hanno bisogno di sentirsi al sicuro. Se avete altri animali in casa, magari altri gatti adulti, meglio lasciare le zone della pappa separate.
Le foto utilizzate sono a puro scopo redazionale e sono state tratte da unsplash.com . Foto in evidenza by Andrii Podilnyk on unsplash.com
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