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Kuro Chan, la gattina salvata due volte

In estate le colonie feline sono in fermento, risultato dell’amore che ha richiamato i loro istinti già dalla fine dell’inverno, quando la temperatura si è fatta più mite e ora sono tante le cucciolate di gatti pronte per essere adottate, nella migliore delle ipotesi…

Una numerosa cucciolata di gatti: sono tanti i cuccioli da adottare

Purtroppo tutti sappiamo che non sempre una cucciolata di gatti è fortunata. Ci sono gattini abbandonati dalla loro stessa mamma perché malati: d’istinto la gatta abbandona i cuccioli malati per favorire la sopravvivenza del resto della cucciolata di gatti. Poi ci sono gattini che nascono in campagna, magari la cucciolata di gatti è numerosa e non sempre si trova una casa per collocare i nuovi arrivati, che vengono lasciati in balia di loro stessi e del destino: alla mercé di pericoli quali fame, auto, predatori… Ma non vogliamo rattristarvi, bensì parlarvi della fortuna dei tanti gattini che trovano una casa e una famiglia disposta ad accoglierli, curarli, prendersi cura di loro e amarli come se fossero dei figli. Questa è la storia di una gattina nera, che si chiama Kuro Chan e del suo affetto per la sua ‘mamma’ adottiva. Una storia d’amore immenso tra una gattina trovatella e la sua famiglia. Kuro Chan è arrivata nella sua attuale casa quando aveva poche settimane (ora ha 7 anni). Era piccola, piccolissima: un gattino nero nato da una cucciolata di gatti di campagna. Erano tanti, forse troppi per il contadino che li ha trovati nel suo podere e per qualcuno sarà bene trovare presto una casa per non fare una brutta fine. Tra di loro c’è un gattino nero molto piccolo, più degli altri, forse qualche fratellino o sorellina succhia più latte di lui dalle mammelle della mamma. Il gattino nero in questione ha una peculiarità: la sua coda è storta. Forse la coda del gatto è rotta e il gatto estrae le sue pungenti unghiette e ferisce chiunque abbia il coraggio di toccargliela. A parte la sua esile natura e la coda storta sembra essere un gattino vivace. A notarlo è Alexia, una ragazza di 20 anni: “Ti porto da Anna, tanto sono sicura che quando ti vede non ti dirà di no!”. Alexia conosce bene sua sorella, che ha già altri due gatti: i ‘gemelli diversi’ Paprika e Zuiki, un maschio e una femmina, che all’epoca hanno poco più di un anno.

 

La chiama, meglio evitarle una sorpresa: “Anna, posso portarti a casa un gattino? È piccolo, ha bisogno di essere allattato”. Dall’altra parte del cellulare un attimo di silenzio. Anna sta pensando: vive già con due gatti, cosa sarà mai un gatto in più? Se può dare da mangiare a Paprika e Zuiki potrà certo fare lo stesso con un nuovo cucciolo. “Va bene, portalo qui!”
Il gattino nero arriva a bordo di un auto all’interno di una piccola borsa che Alexia ha con sé, ma di fatto è talmente piccolo che sta in una sola mano. Alexia entra in casa di Anna, che sta aspettando la sorella e il nuovo co-felino. Paprika e Zuiki si nascondono. Sentono un odore estraneo e per loro è segno di minaccia. Anna ha già gli occhi a cuore – è amore a prima vista. Il gatto è davvero molto piccolo, non è ancora svezzato, quindi la cosa migliore da fare è andare subito dal veterinario. Qui scoprono che il gattino è una gattina e che dovranno allattarla per più di un mese come se fosse un neonato. Per la vaccinazione è ancora presto, dovranno tornare quando la gattina mangerà da sola.
È una femmina e Alexia suggerisce il nome: Kuro Chan (è il nome del protagonista – gatto – di un cartone animato giapponese. Kuro significa nero nella lingua del Sol Levante, ndr). Anna la guarda perplessa, ma risponde: “Va bene, la chiameremo Kuro Chan”. La Kuro o Kuro Chan torna nella sua nuova casa insieme ad Anna e Alexia e inizia a esplorare l’ambiente in attesa della prima poppata. Paprika e Zuiki osservano il piccolo invasore a distanza di sicurezza. Nonostante sia molto piccola sembrano temerla. E così la piccola Kuro Chan viene soprannominata ‘La Belva Oscura.


L’impresa della prima poppata

Kuro Chan non mangia da qualche ora. L’ultima volta è stato dalle mammelle della sua mamma gatta. Ora tocca ad Anna farne le veci. Ha comprato il latte adatto, quello vaccino non va bene, e si aiuta con una siringa. La prima poppata è un disastro: la Kuro è sporca di latte dalla testa alle zampe ed Anna è piena di graffi sulle mani. Ma un’idea astuta mette al sicuro le mani di Anna: indossa un paio di guanti e usa un biberon. Kuro succhia il latte con l’avidità dei cuccioli e si sporca come la prima volta, ma almeno le mani di Anna sono salve!

L’incidente

Kuro Chan, come tutti i cuccioli, è vivace e curiosa. Gioca con Paprika – Zuiki è più restia – lo insegue per tutta la casa e anche sul balcone, dove Anna ha da poco tolto la rete di protezione non aspettandosi un altro gattino. La Kuro prende la rincorsa per fare un agguato alla coda di Paprika, ma purtroppo scivola e cade dal balcone. Il volo è alto, Anna urla, Alexia si precipita giù dalle scale: “Non si muove, è morta! No, aspetta, respira!”. La corsa all’ospedale veterinario di Parma e la notte in osservazione: altre 24 ore e se sopravvive è salva, forse soltanto con una delle sue vite in meno. Aver rischiato la vita una prima volta non le basta: la piccola belva oscura ama il rischio e spicca il volo dal balcone per altre tre volte, nonostante la rete sia stata rimessa, ma per fortuna senza alcuna conseguenza.

 

Il rapporto con Anna

Anna ama i gatti, ora insieme a Paprika, Zuiki e Kuro c’è anche Yoda di 3 anni (insieme alla Kuro e Paprika nella foto), ma il suo rapporto con la Kuro è diverso, speciale. “Quando le davo il latte con il biberon mi sentivo importante. Sentivo che lei aveva bisogno di me per sopravvivere. Attraverso quel gesto il nostro rapporto è diventato più forte e forse diverso da quello che ho con gli altri gatti. Li amo tutti ma con lei c’è un legame speciale e anche lei me lo dimostra ogni giorno”. Kuro è una gattina un po’ aggressiva, forse perché è stata allontanata dalla mamma gatta troppo presto: non ha imparato a moderare la forza dei sui denti e delle sue unghie e quando gioca è un po’ esuberante. Non ama essere toccata dagli altri esseri umani. Ma con Anna è diverso: “Quando mi sdraio a letto o sul divano lei si accoccola vicino a me come se fossi la sua ‘mamma’. La notte, per lo più in inverno, dorme sotto le coperte e cerca il contatto, poi verso le 3 di notte inizia a leccarmi la testa. Mi liscia i capelli come farebbe con un altro gatto e questo fa pensare che lei mi ritenga davvero la sua ‘mamma gatta’”. Kuro è praticamente l’ombra di Anna: si sposta per la casa seguendola ovunque, si struscia sulle sue gambe, l’accompagna in bagno e scende in giardino con gli altri gatti solo se Anna va con lei, altrimenti resta in casa a farle compagnia mentre lavora al computer. Insomma, il rapporto tra il gatto Kuro e Anna che l’ha adottata è speciale, è un rapporto d’amore: “Non sono mamma, conclude Anna, ma la Kuro mi fa sentire come se lo fossi e questo mi riempie di una gioia indescrivibile”.



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