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Capire il comportamento del cane solo in casa

Alcuni cani sono particolarmente abili ad adattarsi alle diverse ore di solitudine, mentre altri tollerano molto poco o per niente l’assenza del branco-famiglia, iniziando così a metter in atto strani comportamenti, per questo è bene capire il comportamento del cane solo in casa e adottare qualche accorgimento.

Cane solo in casa

Se ci si sofferma un attimo sulla natura del nostro amico a 4 zampe, è facile comprendere quanto poco gli appartenga la condizione di vita in solitaria. Il cane infatti è una specie sociale, che si caratterizza per la vita in gruppo. Quindi, quando noi chiediamo al nostro cane di restare solo in casa per un tempo più o meno lungo, lo stiamo in parte invitando a rassegnarsi a una condizione anomala. Non vi sono particolari studi che aiutino nel determinare quale sia la soglia da non superare, per evitare di mettere in crisi i nostri cani.

I 3 fattori da considerare per non mettere in crisi il cane solo in casa

In linea di massima, ci sono diversi fattori da tenere in considerazione quando lasciate il cane solo in casa tra cui:

1L’età. I soggetti molto giovani sono poco abili a vivere il distacco anche se non prolungato.

2. La gestione del cane in presenza dei proprietari. L’attivazione mentale e fisica infatti, se ben strutturata, può appagare e stancare il cane a tal punto da indurlo a dedicarsi poi al riposo, quando lasciato solo. In caso contrario potrebbe, lontano da occhi indiscreti, ricercare una serie di attività a cui dedicarsi tra cui anche quelle distruttive verso accessori e arredo della casa.

3. Assenza o presenza di patologie del comportamento, come ad esempio l’Ansia da Separazione, che pregiudicherebbero a maggior ragione la capacità di adattarsi alle ore di solitudine. Uno studio, basato su un questionario rivolto ai proprietari, ha messo in evidenza come in linea di massima, la soglia delle 4-5 ore sembri essere quella oltre la quale molti cani inizierebbero a mal metabolizzare questo forzato e prolungato distacco dal resto del branco-famiglia. Pertanto laddove avessimo, cosa molto frequente, necessità di superare questo lasso di tempo per motivi per esempio lavorativi, è da considerarsi buona norma recarsi a casa, in pausa pranzo, per interrompere la monotonia della solitudine dei nostri cani. Se anche questo non fosse possibile, suggeriamo di chiedere aiuto ad amici, parenti, vicini di casa o anche a dog sitter o eventuali asili per cani.

Ricordiamoci che il cane è un animale sociale e non solitario, pertanto dovremmo sempre prestare attenzione a capire il naturale comportamento del nostro cane per aiutarlo a essere felice.

 

Photo Credits: Hayes Potter on unsplash.com. La foto utilizzata è a puro scopo redazionale



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3 febbraio 2020
# cane, comportamento,

L'ESPERTO

Dott. Diego Rendini
Veterinario comportamentalista

La passione per gli animali e per il loro comportamento lo hanno portato a scegliere di diventare un Medico Veterinario, conseguendo nel 2003 la Laurea in Medicina Veterinaria presso l'Università di Torino. Nel 2007 consegue il Diploma di Master in "Medicina Comportamentale degli Animali d'Affezione", presso l'Università di Pisa. Dal 2004 si dedica in tutta Italia all'attività di consulente clinico per la Medicina Veterinaria Comportamentale per studi, cliniche veterinarie, centri di educazione cinofila, allevamenti e privati. Dal 2009 inizia anche l'attività in ambito accademico, in qualità di docente e relatore, presso le Facoltà di Medicina Veterinaria della Università di Torino e di Pisa. Autore di articoli per il quotidiano La Stampa e per il blog del sito www.diegorendini.com

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